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Il 27 giugno 1944, San Vincenzo veniva liberata dopo due anni di occupazione nazista. Era la fine di un periodo di violenza e di terrore, ma era anche l’inizio di una nuova vita, tutta da ricostruire. Niente era ancora garantito per il futuro, la sola cosa che contava era che il fronte si fosse spostato più a nord e che San Vincenzo non avrebbe vissuto nuovamente gli orrori della guerra.
Non era scontato però il tipo di società che si sarebbe affermato dopo la liberazione, quali forme di organizzazione avrebbero scandito la vita di migliaia di persone, famiglie, villaggi, città sfiancate dalla guerra. C’erano i partigiani, certo, che si presentavano come i vincitori della guerra di liberazione. Ma di fronte all’esercito alleato che ne ordinò la smobilitazione, ci fu poco da fare. I rapporti di forza effettivi erano troppo sbilanciati in favore delle armate angloamericane.
I mesi successivi alla Liberazione furono anche mesi di intensa attività organizzativa da parte dei partigiani smobilitati e delle forze politiche che ne raccolsero l’eredità. San Vincenzo, per la sua posizione centrale nel territorio provinciale livornese, fu il luogo dove si svolsero alcuni importanti momenti di riunione, a guerra ancora in corso.
I documenti che presentiamo nella sezione Media sono due preziose tracce di questa attività. Una è la relazione sul convegno partigiano tenuto il 28 gennaio 1945, l’altra è la risoluzione votata dai delegati politici e militari della 3ª Brigata Garibaldi riuniti a S. Vincenzo il 2 dicembre 1945.
Sono documenti che ci fanno riflettere sul fatto che le battaglie non finirono con la liberazione: anche in seguito all’allontanarsi della guerra, l’organizzazione della pace richiese un grosso impegno, non privo di scontri interni e conflitti. Giocati però all’interno di un quadro di confronto democratico: ecco la più grande eredità che ci ha lasciato la Resistenza.
Piazza della Vittoria, 57027 San Vincenzo LI, Italia
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